martedì 21 dicembre 2010

Un Figlio

Lui si allontano' nell'altra stanza, lasciandomi in sospeso, lasciando ogni commento, ogni risposta al tempo, come forse lo avevo abituato io a fare.
Lo rincorsi ,di la', mentre si sedeva al tavolo, gli occhi pieni di lacrime e lieve rancore, la testa bassa per evitare uno sguardo al quale avrebbe rivolto solo rimproveri, dal quale, se avesse cercato ancora un' ultima cosa nell'universo delle emozioni sarebbe stata solo comprensione. Eppure il suo riprovarci , conficcato nel buio,saliva dal fondo di un pozzo abbandonato,da tempo rimasto secco o mai riempito. Quel contatto di sguardi, pochi attimi, ripetuto, e ancora, e ancora.
Seduti, uno di fronte all'altro, presi le sue mani, alzai il suo sguardo gonfio di pianto, una smorfia cercava di celare tutto quanto e flebilmente tentava di dirmi “vai pure ora”, per poi non riuscirci e riprovarci ancora.
Con fare che, ora ricordo bene, cercava di essere piu' concitato e presente che mai,che cercava di riempire tutti quegli anni del vedersi quando capita, quando tu madre ha deciso, quando un gelato ci aspetta, ma otteneva solo l'effetto di una farsa teatrale; o almeno ero io che la vivevo cosi, un po' lontana, un po' fuori tempo; una nota solitaria che non riusciva a dar senso a niente di quel che avrebbe avuto l'intenzione di suonare, aprii bocca “ma tu avresti dovuto chiamarmi, avresti dovuto avvertirmi.....se pensavi...” M'interruppe e, guardandomi dritto negli occhi,come chi sa' una nuova che nuova non è mai stata, mi disse” Se... pensavo di aver bisogno di te?”
Un lampo, un'istante solo, che condensava anni d'incomprensione, piuttosto di assenze o false presenze, chiaro, pacato, sali' alla mente , entro nella gola e la strinse, assieme al cuore.I due soffocarono come amanti mal assortiti. Lo stesso lampo che taglio in due il cuore, rischiaro' la mente e cio' che ne' usci fuori fu cio' che dentro era da tempo in noi. Sommessamente queste parole presero spazio al mio silenzio“No.....tu hai sempre avuto bisogno di me,ora lo so', sempre”
Tirandoci per le braccia ci abbracciammo in un caldo pianto, il volto del perdono mi sovrastava. Colui che ad odiare non riesce anche qualora ne avesse ogni diritto, in cerca d'amore, dall'unico essere, ama.

Blue eyes

Era un giorno come un'altro, una di quelle sere d'estate, afose, forse tutte troppo uguali. 
Decise che avrebbe concluso la serata , con una birra , in quel locale...... 
C'era gia' stato; l'aria pesante e l'ambiente decadente, un po' da "ultima spiaggia",inducevano al pensiero di cio’che fosse. Dentro di se lui sorrideva. Aveva scelto di stare solo e quel locale per soli uomini pareva l'ideale per il suo stile di vita attuale. 
Giovani ballerine si dimenavano attorno ad un fumoso palchetto; sguardi attenti di uomini soli seguivano quella danza, allusione all'amore, illusione d’amore. 
Lui no. Aveva gia' visto troppe volte, gli stessi gesti, le stesse persone............. tranne due occhi vivi e sognanti che risplendevano per la prima volta in quel locale. 
Lui sorrise ancora. 
Cosa ci facesse quella bambina con il corpo di donna era un mistero intrigante, che lo spinse a conoscerla........... 


Uscirono insieme e subito sorrisero insieme, di molte cose.......e parlarono molto. 
Era cosi bella; i capelli color oro le incorniciavano quel viso d'angelo, e quando non capiva rideva e i suoi occhi s'illuminavano , di un blu intenso.........e lui ogni volta ci cadeva dentro a quegli occhi..... 


..............si avvicinarono, lentamente, e si sfiorarono la pelle, le labbra, come se non fosse la prima volta, come se fosse stato cosi' da sempre.............. 

Eppure lui non aveva nessuna intenzione di perdere la testa per un'altra donna, ma lei non era " un'altra "..... era LEI ............. 
E si lasciarono andare....e fecero l'amore........come mai avevano fatto........e lo fecero come se fosse la prima volta ..........e non fu l'ultima............................

Una girata......

Ero qua', pensavo di trovarti , in questo luogo che non c'è,
dove forse mai ci siamo incontrati, dove ho il ricordo di
te, di noi.
Stasera ho avuto un pensiero, un desiderio, quel che di piu'
simile al sogno c'è.
Vestirmi bene, semplicemente, con eleganza, attorniato da
quella sottile sensazione che dona il piacersi,
l'apprezzarsi, anche per un istante.
Uscire; una giornata di primavera, dove il primo sole ed il
suo tepore ti sorprendono e con complicita' ti avvolgono. Una
musica dolce che scorre soltanto per me, per te ,che mi
raggiungi, mi sorridi......
Nessuna parola; ce ne andiamo ,come in un film muto,
guidiamo via, all'ombra degli alberi, la strada ci porta
lontano, per mano.
Sguardi complici, rarefatte parole e risa portate via dalla
velocita'. Dove andiamo non è dato saper, ma ve certezza che
eravamo felici... ed io ancor di piu' a veder la tua...